martedì 15 novembre 2016

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Da quanto aspettiamo gli Animosi?

Sono passati quasi sette anni dalla chiusura del teatro, un tempo trascorso con esasperante lentezza, che ha creato un vuoto profondo nella realtà culturale di una piccola città come Carrara.

Dapprima abbandonato come un gigantesco relitto, poi nascosto da un ingombrante cantiere, infine avvolto da una foresta di ponteggi, il Teatro degli Animosi é entrato in una condizione prossima all'oblio; i più giovani faticano a ricordarlo aperto, e per molti é difficile anche riconoscerne la funzione, indecisi tra un vecchio cinema o un qualche ufficio pubblico abbandonato.

In tanti si sono rassegnati ad accettarne la chiusura come stato permanente, anticamera della rovina definitiva e irreversibile; fatalismo atavico dei carraresi e cronica mancanza di fiducia nelle istituzioni, peraltro ben comprensibili alla luce delle condizioni in cui versano altri edifici pubblici cittadini, su tutti il Politeama Giuseppe Verdi, ma anche il nobile Palazzo Pisani in Via Loris Giorgi, la vecchia sede della Biblioteca Civica in Piazza dell'Accademia, il Palazzo ex Coni...
Carrara vecchia soffre decenni di malgoverno, di colpevole incuria ma anche di abbandono da parte della sua stessa popolazione, quasi emigrata in massa verso il piano e il mare.

Un parco pubblico da anni negato alla città, chiese seicentesche praticamente inaccessibili (la Madonna delle Lacrime e la chiesa del Purgatorio) ponti storici che rischiano l'abbattimento, il Carrione nascosto da muraglie in cemento, attività storiche chiuse da anni, e basti citare la vicenda del Supercinema ma anche esperienze fallimentari nella riconversione come quella del moderno ristorante al posto del vecchio Fiorani in Piazza delle Erbe, o dei vari locali al posto delle vecchie cantine, dal "Ponzacchino" allo "Svizzerino" al "Ritrovo del Paesano"....quando arriva alla chiusura anche la lussuosa e innovativa tea-room ricavata negli opulenti spazi del Palazzo Del Medico rimane difficile conservare delle speranze sulla rinascita del centro storico e con esso del suo teatro.

E invece gli Animosi esistono ancora; lentamente, nelle ultime settimane, i ponteggi lasciano spazio ai marmi, l'elegante stile ionico torna ad affacciarsi sulla piazza, e nonostante i proclami dei politici, che ne annunciano la imminente riapertura da anni, sembra proprio che il teatro, questa volta, stia per essere restituito alla città.

Noi restiamo qui: aspettando gli Animosi.
Per riavvicinare il teatro a Carrara, raccontarne la storia, vigilare sul suo restauro e sollecitare la fine dei qq, e ci saremo anche dopo la riapertura, perché non rimanga una scatola vuota (come altre realtà recenti) ma viva, perché veramente possa "ingentilire i costumi" e sia un lume di cultura nel buio della città, per restare noi stessi, sempre, Animosi.

Andrea Fusani


Le Alpi Apuane riflesse dalle vetrate della facciata. Novembre 2016

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