mercoledì 5 aprile 2017

Una Piazza per Faber: Cesare Battisti, chi era costui?

Sono duemilaseicentocinquantasette le strade, vie e piazze italiane dedicate a Cesare Battisti, da nord a sud, e tra queste la piazza antistante il Teatro Animosi di Carrara, che adesso si propone di intitolare a Fabrizio De Andrè. Il personaggio è tuttavia sconosciuto ai più.

Continuiamo la nostra analisi dei motivi che spingono a rititolare la piazza parlando proprio della figura di Cesare Battisti.


Nato a Trento nel 1875, Cesare Battisti è uno dei più noti esponenti dell'irredentismo italiano, quel movimento politico e culturale che mirava alla liberazione delle città e territori di lingua italiana ancora esclusi dal Regno d'Italia, le terre irredente appunto.

Il Principato di Trento, dopo aver difeso per secoli la propria indipendenza dalle mire espansionistiche veneziane, era stato abolito da Napoleone e dopo la Restaurazione annesso alla Contea del Tirolo, diventando parte integrante dell'Impero Austro Ungarico. Cesare Battisti era quindi a tutti gli effetti un suddito dell'Imperatore Franz Joseph I di Asburgo, il Cecco Beppe delle cronache italiane.

Socialista, collabora a varie riviste e dirige il quotidiano Il Popolo dal 1900 al 1914, quando la pubblicazione cessa per motivi bellici. Nel 1911 viene eletto deputato nel Reichsrat, il parlamento di Vienna, dove si fa notare per le posizioni antimilitaristiche e pacifiste: "La mia fede antimilitarista vale per ogni paese del mondo" dichiarerà in un celebre intervento.

Discorso antimilitarista di Cesare Battisti pubblicato in prima pagina su Il Popolo nel 1912


Tuttavia le sue idee erano destinate a cambiare nel giro di pochi anni; disceso in Italia nel 1914, Battisti si schierò da subito con le frange interventiste, cominciando una decisa propaganda a favore dell'ingresso in guerra del Regno. La sua nazionalità, ed anzi l'essere un deputato Imperiale, diedero una enorme eco mediatica ai suoi interventi, ed il suo nome divenne molto noto su entrambi i versanti delle Alpi.

Eco dei discorsi di Cesare Battisti sulla stampa italiana

Nel 1915 in un celebre intervento a fianco di Gabriele D'Annunzio arringò la folla al grido di “Alla frontiera, Italiani, con la spada e col cuore", e quando, di li a poco, l'Italia entrò infine in guerra, egli venne naturalmente additato dalla stampa e dalle autorità austriache come il Traditore in cui riconoscere "uno dei maggiori colpevoli dello scoppio della Guerra con l’Italia".

Arruolatosi volontario nel corpo degli Alpini, Cesare Battisti fu catturato in battaglia nel luglio 1916 nelle vicinanze di Rovereto, assieme al meno noto Fabio Filzi, Istriano, anch'egli cittadino austriaco. Battisti era ormai diventato un simbolo da entrambe le parti dello schieramento, e la stampa non mancò di accusare lui e il Filzi che "tramutatisi in ufficiali italiani, guidavano il nemico contro la loro Patria e compivano senza rimorso e senza vergogna il fratricidio".

La popolazione trentina vedeva in Cesare Battisti il principale responsabile della guerra, che già aveva richiesto loro un forte tributo in vite umane; la punizione per il traditore non poteva che essere esemplare, e la sua esecuzione si tramutò in un caso mediatico di forte impatto, anticipatore di meccanismi al tempo sconosciuti o quasi.


L'evento viene seguito da un fotografo che ne immortala ogni istante con chiari intenti di propaganda, ma le stesse immagini, riprese dai giornali italiani e "sottotitolate" con toni irredentisti, diventano un boomerang per la causa austriaca, sollevando un sentimento di grande indignazione tra la cittadinanza e le truppe del Regno.

L'immagine con La Morte di Cesare Battisti, in cui sorridenti e compiaciuti, gli aguzzini mostrano il corpo martoriato del prigioniero dopo l'esecuzione, a diventare iconica, provocando un moto di enorme sdegno nel suo crudo e degradante realismo. Una delle prime dure lezioni sulla potenza delle immagini, una tematica di stretta attualità ancora oggi.

Dopo la fine della guerra, il Regno d'Italia riconobbe la forte valenza simbolica del nome di Cesare Battisti, promuovendo l'intitolazione allo stesso di monumenti, strade e piazze in tutta la penisola, raggiungendo in pochi anni l'impressionante numero di 2657 titoli ricordato in apertura.

Qual è l'attualità di Cesare Battisti nell'Europa che lotta per unirsi e abbattere le barriere? Ha ancora senso celebrare un interventista nel 2017?
Personalmente nutro seri dubbi sulla questione, e si dovrà riconoscere perlomeno una certa ambiguità di fondo in un Cesare Battisti passato in pochi anni da posizioni antimilitariste e pacifiste alla propaganda bellica.

Detto questo mi sembra il caso di sottolineare come non vi sia alcun legame diretto tra Carrara e la sua figura, se non una generica appartenenza culturale del periodo. Non ce ne vogliano gli irredentisti (sempre che ne esistano ancora), ma se al martire Battisti saranno dedicate solo 2656 strade in Italia, non gli si farà un grave torto.

Concludo con lo spunto che sarà oggetto del prossimo articolo di questo blog: nessuno, ma proprio nessuno, sa dove si trovi Piazza Battisti a Carrara....

Questo articolo non pretende di avere un piglio strettamente scientifico, ma di rimanere nell'ambito della divulgazione. Ho ritenuto opportuno non citare tutte le fonti che ho utilizzato, ma sarò lieto di fornire indicazioni più precise a chi ne abbia l'interesse (l'autore).

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