lunedì 20 febbraio 2017

Filumena Marturano: la mia recensione su Il Tirreno :-)

Finalmente ho potuto godere di una serata da spettatore al Teatro degli Animosi; all'uscita ho incontrato Massimo Braglia, caposervizio de Il Tirreno, che mi ha chiesto una recensione della Filumena Marturano con Mariangela D'Abbraccio e Geppy Gleijeses che avevo appena visto. La rubrica Visto da... del quotidiano ospita impressioni sugli spettacoli del teatro scritte da protagonisti della cultura locale, ed è stato per me un grande onore accettare l'invito. Naturalmente non ho le competenze per reinventarmi critico teatrale e ho cercato di condividere quelle che erano state le mie personalissime impressioni della serata. Eccovi il testo:




Per me già un'emozione andare a teatro a piedi; un privilegio di chi abita nel centro storico, e sarebbe un miraggio se vivessi in una grande città. Sono entrato agli Animosi tante volte dopo il restauro, ma questa è la prima in cui mi accomodo e vedo uno spettacolo dall'inizio alla fine, e inauguro con un Eduardo De Filippo: non potevo sperare meglio, sono già felice solo per il fatto di esserci.
Sono di parte quando si alza il sipario, applauderei per principio, ma la serata merita sul serio, e gli applausi finali sono tanti, veri e sentiti. Filumena Marturano: uno dei personaggi femminili più duri da interpretare per un’attrice, i paragoni con Titina De Filippo, Sophia Loren e Isa Danieli sono imbarazzanti, come vestire la maglia numero 10 del Napoli dopo Maradona, eppure Mariangela D’Abbraccio non sembra spaventata dal ruolo, e ci ha regalato una Filumena monumentale, fiera, impetuosa e decisa, mai un’imitazione delle grandi interpretazioni passate. Lo stesso per il Don Mimì Soriano di Geppy Gleijeses, rivisitato in maniera personale, seppure piuttosto fedele al testo, in una chiave che mi ha ricordato il De Filippo di Beppe Servillo, che ho visto ne “Le voci di dentro” al Bellini di Napoli.
Impagabile poter vivere un’esperienza simile nel nostro teatro.
Tra i comprimari merita la menzione Nunzia Schiano, nei panni di Rosalia Solimene, serva fidata della protagonista. La simpatica attrice di Portici, che magari avete riconosciuto poche settimane fa ne I Bastardi di Pizzofalcone ha interpretato il suo ruolo con verace napoletanità, strappando risate a ripetizione nel pubblico.
La regia della Cavani ha eliminato gli intervalli tra gli atti, un po mi mancano, mi manca il rito dell'intervallo in se, ma l'espediente delle scene che cambiano in controluce mi piace, mi sembra cinematorgafico e forse non è un caso, e le due ore scorrono veloci. “E figlie so' ffiglie” chiude Don Mimì, e anche noi, dopo essere stati per tanti anni orfani del nostro bel teatro, ci sentiamo un po’ figli, che hanno ritrovato la loro casa, seduti al calduccio nel palchetto degli Animosi.

Andrea Fusani

Applausi a fine spettacolo (la foto è mia)


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