giovedì 26 gennaio 2017

Amara conseguenza del restauro: 50 posti in meno.


Purtroppo lo temevamo, si vociferava da mesi di problemi relativi alla sicurezza che avrebbero limitato la capacità del nostro bel teatro; a restauro concluso i numeri non lasciano spazio a dubbi, da 420 siamo passati a 350 posti a sedere con una pesante riduzione del 17% circa.

L'oggetto del contendere, e di un lungo braccio di ferro tra i Vigili del Fuoco e la Soprintendenza di Lucca, con il Comune di Carrara a cercare una mediazione, sono stati i parapetti dei palchetti, giudicati non conformi agli attuali standard di sicurezza, che prevedono un certo rapporto di altezza in relazione al vano e la capacità di resistere ad urti di 200kg circa (semplifico volutamente).

Mentre in città giravano voci senza freno, e si parlava di un Animosi con tutti i palchi laterali chiusi, veniva trovata una soluzione intermedia con l'installazione di sbarre di metallo a fare la funzione di nuovi parapetti. Questo, oltre a un effetto estetico veramente spiacevole, crea problemi di visione per alcuni spettatori di statura non proprio imponente, e purtroppo riduce lo spazio interno dei palchi laterali portandone la capienza da 4 a due posti, con la riduzione di cui si è detto sopra.

In cento ottanta anni di storia non mi sembra di aver mai sentito parlare di qualcuno cascato involontariamente dai palchetti degli Animosi, e non capisco come si possa pretendere un livello di sicurezza così elevato per edifici storici di questo livello...ma tant'è, il danno è fatto.

martedì 24 gennaio 2017

La prima inaugurazione del Teatro, il 26 dicembre 1840: da serie b.

Abbiamo finalmente assistito alla riapertura del Teatro, inaugurato domenica 22 gennaio con l'Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova diretta dal maestro Andrea Battistoni, ma come andò quando gli Animosi venne inaugurato la prima volta, appena costruito, nel 1840?

In verità dovette trattarsi di un evento tutto sommato "sottotono", con una compagnia teatrale non di primo ordine e uno spettacolo certo non entusiasmante, e l'assenza pesante del Duca Francesco IV D'Este che lasciò deserto e disadorno il palco centrale.

Il Palco Ducale del Teatro di Modena con la grande Aquila Estense
Già dall'estate precedente gli Accademici degli Animosi, avevano fatto dono al sovrano del palco d'onore, e Francesco IV aveva accettato benignamente; essendo i palchi proprietà privata dei membri dell'Accademia, anche quello donato al sovrano diventava a tutti gli effetti una proprietà ducale, e per arredarlo convenientemente occorreva l'intervento dell'Ispettore dei Reali Palazzi. A Carrara si era già realizzata una Aquila Estense, probabilmente molto simile a quella che fa ancora bella mostra di se nel Teatro Comunale di Modena, che aspettava solo di vedere "convenientemente approntato il palco", ma il Conte Giovanni Salis, maggiordomo maggiore di Francesco IV, tardava nella risposta, e le scuse per il mancato allestimento del palco ducale arrivarono a Carrara solo il 28 dicembre 1840, due giorni in ritardo sull'apertura del Teatro. A giustificare la mancata presenza del Duca e il mancato addobbo del suo palco, veniva indicata la recente scomparsa della consorte Maria Beatrice di Savoia, avvenuta nel settembre precedente, ma non è difficile leggere dietro tutta la vicenda il disinteresse nutrito da Francesco IV nei confronti di tutta la vicenda...
Il commediografo
Alberto Nota
Anche il testo scelto per l'inaugurazione rende l'idea di un'operazione assai mesta: fu messa in scena La Donna Ambiziosa di Alberto Nota. Già l'aver proposto della prosa e non un melodramma la dice lunga, e la stessa compagnia teatrale, sotto i nomi di Laura Della Seta e Giuseppe Pareto, pare non fosse proprio di prima scelta, e rimase celebre il giudizio del Conte Francesco Del Medico che li definiì "dozzinali strioni".

Alberto Nota, torinese di nascita, è conosciuto per aver scritto più di quaranta testi teatrali, ma senza mai conoscere il vero successo, rimase sempre un "amatore", di professione magistrato, oltretutto il suo nome, erroneamente trascritto come Aurelio nel libro di Claudio Giumelli Il Teatro degli Animosi di Carrara, è ancora così riportato sul sito del Comune di Carrara e in altri che parlano del nostro teatro; La Donna Ambiziosa non era nemmeno un testo recente, composta nel 1810 fu rappresentata la prima volta solo nel 1817 a Napoli, comunque più di venti anni prima dell'inaugurazione degli Animosi. Appartiene al genere delle cosiddette Comédie Larmoyante, quel Teatro Lacrimoso dal cui derivò il Dramma Borghese, un racconto edificante in cui dal cattivo comportamento dei protagonisti nascono conseguenze disastrose riscattate dall'edificante finale positivo. Nello specifico il testo narra di Laura (interpretata dalla Laura Della Seta), cameriera di bassa estrazione che diventa la seconda moglie del ricco ma semplice Eustachio, di famiglia commerciante. Le mire ambiziose di Laura porteranno la famiglia al disastro economico nel tentativo di combinare un matrimonio nobiliare per la figlia di primo letto di Eustachio, Silvia.
Al quinto atto, per gli spettatori rimasti svegli, si consuma il dramma, e la Della Seta recita il suo monologo: "Neppur la mia camera si risparmia, né le suppellettili, né il mio letto. Tutto si descrive, tutto sarà venduto, tutto e perfino la casa! Dio! Qual cambiamento da jeri in qua, jeri inchinata, corteggiata, invidiata, oggi derisa, negletta, avvilita [...] ma chi debbo io accusare prima di tutti, se non me stessa, e i miei ambiziosi vaneggiamenti? A buon diritto or mi sarà rinfacciata la mia origine, il mio fasto, la mia insensatezza: e neppure il pentimento, ultimo riparo de'colpevoli, neppure il mio pentimento sarà creduto sincero. Che mi rimane dunque a fare? Ah si, compiasi il primo, il più sacro dovere, si corra a piedi di mia madre...". Nel finale una inaspettata colletta degli amici, e l'intervento di un fratello fino allora nascosto sotto false spoglie, eviteranno la galera al povero Eustachio, e la famiglia, rassegnata a più umili destini, si ritirerà a Cremona dove Laura, "lontana da ogni fallace illusione, nel seno della famiglia, tra le cure della domestica economia" troverà "quella vita tranquilla da cui nasce la la pace costante dell'animo, l'armonia degli onesti affetti, una vera e durevole felicità".
Avranno gradito i presenti? Non lo sappiamo, l'anonimo cronista dell'epoca sembra rimase più colpito dall'illuminazione a giorno del teatro, e probabilmente la novità e la bellezza dell'architettura del teatro, insieme alla mondanità dell'evento, prevalsero sul contenuto della serata.
Quando ci si lamenta della quotidianità invocando una mitica età dell'oro che Carrara avrebbe vissuto, si dovrebbe riandare con la mente anche a episodi come questo, in cui risalta l'evidente provincialità della scena culturale locale.
Rimbocchiamoci le maniche adesso, dobbiamo essere noi gli Animosi del futuro.

sabato 21 gennaio 2017

La città ha fame di teatro: dateci una giornata a porte aperte.

Ormai è questione di ore, Carrara sta per riavere il suo Teatro degli Animosi, che inaugurerà domenica 22 con l'Orchestra del Carlo Felice di Genova e il maestro Andrea Battistoni; nel frattempo sale la "febbre da Animosi", tutti chiedono, tutti vogliono sapere e vedere, i biglietti per lo spettacolo di Arturo Brachetti sono andati a ruba con code alla biglietteria dalla mattina, la città ha fame di teatro e rivuole quello che le appartiene.

Il mio video "live" su facebook in cui ho ripreso per la prima volta l'interno del teatro dopo il restauro ha avuto un riscontro incredibile, oltre duemila visualizzazioni in poche ore e innumerevoli commenti e condivisioni, dimostrando quanto sia forte l'affetto di Carrara per il suo storico "Animosi". Cliccate qui per vedere il video su facebook

Uno screenshot dal mio video
Belli gli spettacoli e ottima la reazione del pubblico, ma sarebbe doveroso, da parte dell'amministrazione, ricompensare la cittadinanza di tanta attesa con una giornata a porte aperte, in cui tutti possano, gratuitamente, entrare nel teatro, toccare con mano i risultati del lungo restauro, magari con anche un giro dietro le quinte. Sarebbe un bel momento, Carrara che riabbraccia il suo teatro, un gesto che costerebbe poco alla comunità se non nulla (ad esempio in questi giorni a fare da custodi del teatro sono stati gli ex-alpini, gratuitamente). Fateci questo regalo, ce lo meritiamo.

Uno screenshot dal mio video

giovedì 19 gennaio 2017

Il giovane Direttore della Tokyo Philarmonic Orchestra, Andrea Battistoni, inaugura il Teatro degli Animosi

Non credo potesse esserci scelta migliore; per la riapertura e inaugurazione del Teatro degli Animosi di Carrara, restituito alla città dopo un devastante vuoto durato sette anni, che un maestro giovane ma già affermato, una promessa già concretizzata della musica italiana, Andrea Battistoni, domenica 22 gennaio 2017 dalle 20,30.

 

Veronese, classe 1987, Battistoni ha bruciato le tappe diventando il più giovane direttore ad aver mai calcato il palcoscenico della Scala a 24 anni (nel 2012) conducendo Le Nozze di Figaro di Mozart. Innumerevoli i teatri europei e non solo nei quali ha diretto le più prestigiose orchestre; dal 2014 collabora stabilmente con il Teatro Carlo Felice di Genova, di cui è Primo Direttore Ospite. Negli scorsi mesi è diventato Primo Direttore della Tokyo Philarmonic Orchestra, la più antica orchestra sinfonica giapponese con più di cento anni di storia, suggellando un lavoro iniziato nel 2012 con la rappresentazione a Tokyo del Nabucco di Verdi.

Andrea Battistoni sulla copertina del numero di gennaio 2017 di Ongaku No Tomo, la rivista musicale più importante del Giappone nell'ambito della musica classica.


Una recentissima (ottobre 2016) edizione DENON della "Corale" di Beethoven eseguita dalla Tokyo Philarmonic diretta da Andrea Battistoni

Non abbiamo al momento notizie su quale sarà il repertorio presentato al nostro pubblico nel rinnovato Teatro degli Animosi, ma ci sembra una scelta ottima, della quale si deve rendere merito alla associazione Amici della Lirica di Carrara, quella di inaugurarlo con un giovane maestro di questa levatura. 


Abbiamo (quasi) finito di aspettare, è ora di BRINDARE agli Animosi!

Finalmente ci siamo! 
Dopo anni di attesa e mesi di rinvii con il fiato sospeso, abbiamo finalmente una data per l'inaugurazione del nostro Teatro degli Animosi: 22 gennaio 2017!

Ovviamente bisogna cogliere l'occasione per festeggiare, fuori tempo massimo, dopo l'avvenuta desertificazione culturale del centro storico, ma bisogna comunque festeggiare i momenti positivi, e questo lo è senza alcun dubbio. La restituzione a Carrara del suo teatro apre nuove prospettive, crea possibilità che sta a noi far diventare realtà, partecipando attivamente alla vita degli Animosi, ma anche proponendo, organizzando, diventando anche noi, sempre di più, Cittadini Animosi!

 

Per il brindisi l'appuntamento è al Fuoriporta, dove sarà stappata e offerta una enorme bottiglia di Vodka Stolichnaya che era stata messa da parte per questa gloriosa occasione qualche anno fa. Una monumentale sei litri dall'aspetto di un razzo Sputnik che vuole decollare portando finalmente in alto la cultura a Carrara. Vi aspetto con tutto il personale del Fuoriporta per festeggiare insieme!

Ecco la locandina dell'evento di domenica, al quale sarà presente l'Orchestra del Teatro Carlo Felice diretta dal Maestro Andrea Battistoni.


Purtroppo il lavoro di restauro del Teatro Animosi non è ancora compiuto al 100%, e la biglietteria non è ancora operativa, quindi i biglietti per lo spettacolo saranno ancora in vendita presso il Cinema Garibaldi.

Da lunedì quindi nuovo problema....e ora come lo chiamo questo blog?
Ovviamente è un problema che mi ero già posto, e credo che opterò per "Gli Animosi" o "Il Blog degli Animosi".
A presto!

domenica 15 gennaio 2017

Prime immagini del restauro e un'ipotesi ricostruttiva

Diamo un primo sguardo ai dettagli del Teatro restaurato cominciando dal porticato di accesso, ormai fruibile liberamente. L'intervento attuale ha preservato le "finestre" lasciate dal restauro del 1986, grazie alle quali possiamo intravedere tracce di quanto rimane della decorazione originale, eseguita nel 1839; nel 1912 una prima ridipintura ad opera di Remo Barbieri, allora professore di ornato all'Accademia di Belle Arti di Carrara, aveva sollevato le proteste di Domenico Zaccagna, che in un suo intervento sullo Svegliarino definiva le decorazioni precedenti "pitture così eleganti nella loro sobrietà".  

Basandomi sul frammento superstite della decorazione della volta, mi sono divertito a creare una piccola ipotesi ricostruttiva di una parte della decorazione; naturalmente si tratta di un "divertissement" senza valore scientifico, ma appunto perché è stato divertente per me realizzarla, ho pensato che potesse essere interessante anche condividerla con i lettori di questo blog.

Eccola:

 
Una mia ipotesi ricostruttiva basta sul frammento visibile della decorazione originaria

Il portico dopo il restauro (2017)

Frammento in cui si intravedono i resti della decorazione ottocentesca. Su questo mi sono basato per la mia ipotesi ricostruttiva

Altra finestra di restauro dalla quale si vedono tracce della decorazione parietale


sabato 14 gennaio 2017

#aspettandoglianimosi...sulla Gazzetta di Massa e Carrara

Grazie all'attenzione di Vinicia Tesconi, questo nostro piccolo blog ha trovato spazio sulle pagine del quotidiano online La Gazzetta di Massa e Carrara con un articolo dedicato alla ormai famigerata "Bufala degli Animosi" (Sono stato io a inventare la bufala degli Animosi) e uno che riprende il post sul progetto di dedicare Piazza Battisti a Fabrizio De Andrè  (Una piazza per Faber è arrivato il momento di farla diventare realtà).

Nel primo vengono riepilogate le vicende che nel 2011 portarono la mia provocazione "home-made" fino al Senato della Repubblica:

"Era il 2011 e il teatro Animosi giaceva chiuso e abbandonato già da due anni senza che neppure si fossero iniziate le procedure per l’assegnazione dei lavori di messa a norma per i cui parametri era scattato lo stop dopo non moltissimi anni dalla lunghissima pausa per l’imponente restauro.
Sul web comparve un articolo firmato da Gastone Creosoto - nessuno notò l’assonanza con due personaggi dei Monty Pithon contenuta nel nome, chiaro indizio di una presa per i fondelli - corredato da foto ottimamente fotoshoppate nelle quali si vedeva la facciata degli Animosi con megalocandine da Supermarket. Il testo era serio e riportava niente meno che un’intervista al sindaco Zubbani nella quale il primo cittadino dava per certa la conversione della struttura del teatro in un nuovo centro commerciale ed annunciava anche l’ormai prossima demolizione del politeama Verdi che, pure lui, giaceva da anni vuoto e pericolante al centro della prima piazza della città – nello stato in cui, peraltro, si trova ancora adesso.
Per rendere ancor più evidente l’intenzione ludica degli autori dello scherzo l’articolo venne inserito in una finta pagina di Repubblica on line. Ma che era finta, quasi nessuno se ne accorse. La notizia fece il botto. I social, regno delle bufale, la moltiplicarono senza soluzione di continuità.
Allo stesso modo crebbe l’indignazione di un numero enorme di utenti del web tutti fermamente convinti che la notizia fosse vera. Il pezzo e le foto divennero virali e il contenuto, logicamente scandaloso – trasformare un teatro dell’800 in un centro commerciale, per fortuna, indigna ancora – rapidamente richiamò l’interesse anche delle testate nazionali. Abboccarono tutti:un partito dell’opposizione chiese risposte al sindaco e Zubbani si vide costretto a minacciare querele dalle cronache locali. Ma querelare chi? L’autore era stato molto bravo anche a proteggere il suo anonimato, anche se in moltissimi in città avevano indirizzato i propri sospetti sulla stessa persona. Chi era Gastone Creosoto?
All’epoca la sua identità non venne scoperta nonostante la bomba da lui lanciata avesse continuato a navigare autonomamente nella rete fino ad approdare nientemeno che in Senato, traendo in inganno anche tre senatori del Pd, Francesco Ferrante, Manuela Granaioli e Roberto Della Seta che decisero di presentare una interrogazione parlamentare all'allora ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi, del governo Monti da poco insediato. La bufala fece ridere, per lo più, ma fece anche risvegliare la farraginosa macchina burocratica che doveva occuparsi dei lavori al teatro. Soprattutto fece capire all’amministrazione che la cittadinanza era ancora reattiva e non lobotomizzata come forse si cominciava a credere vedendo che tutte le strutture pubbliche deputate al divertimento e alla cultura erano state chiuse senza che nessuno protestasse. Dopo lo scoppio della finta notizia finalmente partirono i lavori ch, tuttavia necessitarono di altri cinque anni per restituire alla città il suo più antico teatro.
Chi era Gastone Creosoto,in realtà, lo sapevano in molti ma la paternità della sua burla da un milione di dollari non l’aveva mai rivendicata. Fino ad oggi quando mancano solo tre settimane alla tanto attesa riapertura del Teatro Animosi. Oggi la storia è tornata fuori con tutti i suoi retroscena e soprattutto con la faccia del suo geniale autore: Andrea Fusani, esperto in storia dell’arte di grande levatura e gestore del bar FuoriPorta, lo storico locale che sta a fianco del teatro Animosi. Fusani ha ricostruito tutta la vicenda sul suo blog “ Aspettando gli Animosi”..."

Nel secondo si da ampio spazio e sostegno al progetto di "Una Piazza per Faber":

"E’ una promessa che nel 2011 aveva messo tutti d’accordo: chi l’aveva ideata – i moltissimi fans carraresi del grande cantautore ; chi l’aveva sostenuta facendo crescere il numero delle adesioni al gruppo Facebook che la sosteneva e infine persino chi aveva il potere di concretizzarla – il sindaco Zubbani in persona aveva approvato l’idea e aveva quasi dato l’avvio alla procedura sollecitando gli esperti ad indicare quale piazza della città poter dedicare a Fabrizio De Andrè. Ma poi rimase lettera morta, come fin troppo spesso è accaduto nella storia di Carrara. Tra gli ideatori di “Una piazza per Faber” c’era Andrea Fusani, il gestore del bar Fuoriporta che si trova in piazza Cesare Battisti cioè nella piazza su cui si affaccia il teatro Animosi. Fusani, storico dell’arte,  esperto ed appassionato di musica è anche il titolare del blog “ Aspettando gli Animosi” dal quale ha lanciato spesso iniziative e provocazioni per sollecitare l’amministrazione carrarese a restituire i luoghi della cultura  chiusi per questioni burocratiche,ai cittadini. Proprio dal suo blog Fusani ha riaperto la partita per dedicare una piazza ad uno dei più grandi cantautori italiani in nome, anche e soprattutto, del  grande legame che Faber ebbe con questa città.  De Andrè venne a cantare a Carrara in un memorabile concerto tenuto proprio al Teatro Animosi il 6 marzo 1982 e ci venne per sostenere la stampa anarchica. Era l’anima ribelle e indomabile di Carrara che aveva affascinato De Andrè.  A Carrara viveva allora e ci ha vissuto e lavorato per anni, un grande collaboratore di De Andrè, il fotografo Reinhold Kohl che fu tra gli artefici di quel concerto e poi, dopo la morte di Fabrizio fu uno dei protagonisti, con una bellissima mostra dei suoi scatti dedicati a De Andrè, dell’evento che l’assessorato alla cultura del comune di Carrara organizzò nel 2002 proprio per celebrare i vent’anni da quell’incredibile concerto.
Il gruppo Facebook “Una piazza per Faber” non è mai stato chiuso ed oggi ha ricominciato a ricevere iscrizioni. I dubbi sull’eventuale luogo da scegliere per l’operazione sono stati fugati da tempo proprio dallo stesso Fusani che già nel 2012 scriveva: “"Perchè scegliere Piazza Battisti per dedicare un luogo pubblico a Fabrizio De Andrè?"Piazza Battisti? ....aaah dove gli Animosi!" - Chiedete a un passante per la strada, nel centro di Carrara: "Scusi, dov'è Piazza Battisti?"; state pur certi che otterrete in cambio uno sguardo perplesso: "ma è a Carrara?" - "Piazza Battisti?"- "Non la conosco". La realtà odierna non è cambiata granchè: in effetti per tutti i carrarini quella è la piazza degli Animosi o del Fuoriporta. E’ la piazza di quel teatro che gli “animosi” carrarini avevano fortemente voluto nel 1840 e frequentato e amato per più di cent’anni fino a soffrirne terribilmente la mancanza ogni volta – e l’ultima sta per concludersi proprio adesso – che per ragioni strutturali è stato chiuso. E’ anche la piazza che raccorda le due strade in cui si trovano due storici luoghi anarchici: da una parte Via Ulivi, dov'è la sede del Circolo Culturale Gogliardo Fiaschi, e dall’altra  Via S.Piero (che già nella cultura popolare sta diventando Via Soldato Piero), sede storica della Tipografia Il Seme. E’, secondo Andrea Fusani ma anche secondo i moltissimi sostenitori dell’iniziativa, la piazza che Carrara, l’anarchica, deve dedicare a Fabrizio De Andrè. Scriveva Fusani: “ Un simbolo di rinascita. In un momento certo non felice per la città, forse ancora di più per il suo cuore antico, privato di palchi, cinema e teatri, l'intitolare un luogo-simbolo ad un personaggio-simbolo avrebbe un grande valore. Un ricordo non solo di un grandissimo artista, ma dell'identità dei "Carrarini" e del loro passato, del carattere unico della nostra città. Un riconoscimento non solo per De Andrè, ma per quegli aspetti di Carrara che lo portarono ad amare e frequentare la nostra terra. Una memoria che non resti immobile monumento, ma che sia uno stimolo vivace per il nostro futuro".  Oggi, a pochi giorni dalla riapertura del teatro Animosi, a un mese dalla rinascita del Cinema Garibaldi, realizzare “Una piazza per Faber” sarebbe ancor più una testimonianza di un vento veramente cambiato in città. Un vento che porta a termine le cose buone. Un vento che sa di buono".

Non posso che ringraziare nuovamente Vinicia e la redazione de La Gazzetta di Massa e Carrara per l'attenzione, lo spazio e le parole di sostegno fin troppo lusinghiere. Restiamo vigili e ANIMOSI nel portare avanti il progetto di "Una Piazza per Faber" per cui presto partiranno le prime iniziative.

Andrea Fusani

mercoledì 11 gennaio 2017

11 gennaio: 18 anni senza Fabrizio De Andrè....e Carrara non lo ricorda.

18 anni fa, l'11 gennaio del 1999, moriva Fabrizio De Andrè. Da allora sono decine, se non centinaia, le città e i paesi italiani che hanno scelto di rendere omaggio all'artista dedicandogli una strada, una piazza o una targa commemorativa. Posti nei quali magari "Faber" non è mai nemmeno passato, se non per una data di qualche tour, ma che comunque si sentono in dovere di omaggiare in qualche modo una delle figure più importanti della cultura italiana di fine novecento.

Tra Carrara e De Andrè invece, un legame esisteva eccome, forte e duraturo, e infatti la cittadinanza e l'amministrazione hanno da tempo deciso di celebrare la sua figura e il rapporto con la città dedicandogli...beh lo sapete benissimo, niente.

Alla fine del 2011, io e pochi altri volenterosi decidevamo di fare qualcosa in questo senso e muoversi perché la piazza davanti al Teatro Animosi, attualmente Piazza Battisti, diventasse Piazza Fabrizio De Andrè.  Nasceva UNA PIAZZA PER FABER.


Ecco, direttamente dai primi giorni del 2012 cosa scrivevo nel comunicato di presentazione dell'iniziativa:

"Perchè scegliere Piazza Battisti per dedicare un luogo pubblico a Fabrizio De Andrè?
 
"Piazza Battisti? ....aaah dove gli Animosi!" - Chiedete a un passante per la strada, nel centro di Carrara: "Scusi, dov'è Piazza Battisti?"; state pur certi che otterrete in cambio uno sguardo perplesso: "ma è a Carrara?" - "Piazza Battisti?"- "Non la conosco".

Provate invece a chiedere indicazioni per "For'd'porta" (Fuori di Porta), o cercate la "Piazza degli Animosi", e nessuno esiterà nell'indicarvi quale strada prendere. Il quartiere conosciuto come Fuori di Porta, si è sviluppato nell'Ottocento attorno al nuovo Teatro degli Animosi, costruito fuori dalla "Porta a Mare" di Carrara, che allora chiudeva la Piazza Alberica. La costruzione del Teatro, inaugurato nel dicembre del 1840, veniva a delimitare uno spazio nuovo, all'inizio della settecentesca Via Postale per Massa (oggi Via Rosselli), una piazza irregolare ma chiaramente delimitata dallo scenografico fondale della facciata degli "Animosi".

Chiusa al traffico e ripavimentata con un progetto di Angelo Mangiarotti nel 2006, la Piazza è uno dei luoghi cruciali del centro storico, ma l'intitolazione a Cesare Battisti appare ancora come una forzatura, mai entrata nel cuore e nelle abitudini della cittadinanza. 

Cesare Battisti e Carrara? Con buona pace dell'eroe Irredentista, fucilato nel 1916 a Trento, non risulta che tra lo stesso e Carrara vi fosse un qualche tipo di rapporto, e certo la sua memoria non resterà offesa  dall'intitolazione di una piazza in meno, visto il numero di strade, vie e piazze a suo nome presenti su tutto il territorio italiano. Questa iniziativa (è comunque bene sottolinearlo) non intende ledere in alcun modo la memoria di Cesare Battisti o sottoporla a revisione storica.

Un luogo simbolico e centrale. La centralità del luogo non ci sembra possa essere messa in discussion, e certo nessun altro spazio, che sia strada o piazza, del centro di Carrara si presterebbe così bene a un cambio di denominazione "indolore". Simbolico per essere luogo ancora vivo e frequentato, per essere la "platea" pubblica del Teatro Animosi: simbolico per i suoi legami con l'Anarchia a Carrara, e la sua centralità rispetto ad altri luoghi libertari, a metà strada tra Via Ulivi, dov'è la sede del Circolo Culturale Gogliardo Fiaschi, e Via S.Piero (che già nella cultura popolare sta diventando Via Soldato Piero), sede storica della Tipografia Il Seme.

Un simbolo di rinascita. In un momento certo non felice per la città, forse ancora di più per il suo cuore antico, privato di palchi, cinema e teatri, l'intitolare un luogo-simbolo ad un personaggio-simbolo avrebbe un grande valore. Un ricordo non solo di un grandissimo artista, ma dell'identità dei "Carrarini" e del loro passato, del carattere unico della nostra città. Un riconoscimento non solo per De Andrè, ma per quegli aspetti di Carrara che lo portarono ad amare e frequentare la nostra terra. Una memoria che non resti immobile monumento, ma che sia uno stimolo vivace per il nostro futuro".  

"Una piazza per Faber", grazie soprattutto ai meccanismi ancora giovani della diffusione su Facebook, ottenne da subito una grande eco mediatica, con articoli sui quotidiani locali e un coro unanime di adesioni:

Estratto da La Nazione del 22 dicembre 2011

Estratto da La Nazione del 23 dicembre 2011

L'entusiasmo fu...pure troppo! La sensazione che la politica si sarebbe appropriata dell'idea snaturandola era forte. Il progetto andava comunque avanti, e grazie al lavoro di Andrea Lattanzi, allora studente e oggi giornalista, si riuscì ad organizzare una bella iniziativa al ridotto degli Animosi invitando Don Andrea Gallo (scomparso nel 2013) il 9 febbraio 2012. L'evento riscosse grande successo e si cominciarono a raccogliere firme, ma segnò anche la rottura dell'iniziale unità degli organizzatori, con il passo indietro della comunità anarchica che non condivideva la scelta di aver invitato un sacerdote, per quanto controcorrente potesse essere Don Gallo.


Nei mesi successivi "Una piazza per Faber" perse energie; io non volevo essere in prima fila perché al tempo impegnato in una battaglia per la musica al Fuoriporta (battaglia che vinsi...ma per perdere poi la guerra...), e nessun altro voleva prendersi carico dell'iniziativa. Dopo le elezioni amministrative del 2012, cercai di coinvolgere uno dei più giovani neo eletti consiglieri, ma senza successo...il progetto finì lentamente nel dimenticatoio.

E adesso? Penso che l'occasione della restituzione del Teatro sia il momento giusto perché si torni finalmente a parlare di "Una piazza per Faber". La recentissima riapertura del Cinema Garibaldi, e l'attesa di rinnovamento che caratterizzerà le sfide elettorali dei prossimi mesi, creano un clima positivo che va necessariamente sfruttato.

Chiedo aiuto, ho bisogno di altre persone che sostengano il progetto, e che lo presentino a tutti i candidati a sindaco per il Comune di Carrara. Costituiamo un associazione o usiamone una esistente e portiamo avanti il progetto. Creiamo eventi per spingere la cosa, raccogliamo firme, e quando ci sarà una nuova amministrazione spingiamo perché il progetto diventi realtà, e Piazza Battisti diventi finalmente Piazza Fabrizio De Andrè.

Il Gruppo Facebook Una Piazza Per Faber è ancora attivo...torniamo a farlo vivere!

Si fa presto a dire Ionico...

Finalmente restituita alla vista, liberata da un cantiere che la nascondeva da anni, la facciata del Teatro degli Animosi è tornata protagonista del paesaggio urbano, con la sua imponente mole in marmo bianco e la chiarezza geometrica del suo stile neoclassico.

Soffermandoci ad analizzare alcuni dettagli dell'architettura disegnata da Giuseppe Pardini, possiamo essere più specifici e chiarire alcuni riferimenti molto precisi ad opere dell'antichità classica.

Dettaglio della facciata in una bella fotografia di  Brad J Goldberg
I termini "neoclassico" e "stile ionico" sono troppo generici per descrivere l'ordine usato dal Pardini nelle sei grandi colonne, sembra ricavate da un unico blocco di marmo, che caratterizzano la facciata del teatro carrarese.

L'architetto lucchese, non ancora quarantenne, era agli inizi della sua carriera, ma poteva vantare un curriculum di studi di tutto rispetto, avendo visitato le vestigia antiche di Roma e di Paestum, e poi soggiornato a Torino, Genova, Parigi e infine Londra, verso il 1830. Lo stile che il Pardini scelse per il Teatro di Carrara non si rifaceva però alle antichità italiane ma rimandava direttamente al gusto per la riscoperta delle origini greche dell'architettura classica. I capitelli disegnati per gli Animosi si rifanno apertamente a quelli dell'Eretteo (o Erechtheion), uno dei principali templi dell'Acropoli di Atene.

Il capitello ionico dell'Eretteo come dall'incisione di Stuart e Everett (a sinistra) a confronto con quello del Teatro degli Animosi (a destra)

Dopo secoli in cui lo studio dell'architettura antica si era basato sugli edifici della romanità, verso la metà del Settecento si era iniziato a ricercare una presunta "purezza" nel "vero stile" dei templi greci; la pubblicazione che più diffuse questo gusto ellenico fu The Antiquities of Athens and Other Monuments of Greece di James Stuart e Nicholas Revett, che fu pubblicata gradualmente dal 1762 al 1816, e ristampata regolarmente per tutto l'Ottocento. Dai primi decenni del XIX secolo questo stile archeologizzante fu ampliamente utilizzato in Europa e negli Stati Uniti d'America; un ulteriore stimolo a questa riscoperta della classicità greca era venuto dall'esposizione al British Museum dal 1816 dei marmi ateniesi della collezione di Lord Elgin, ancora oggi oggetto di una controversia internazionale che vorrebbe il loro ritorno nei luoghi di origine. Proprio in questo museo è molto probabile che il Pardini abbia visto in prima persona una delle colonne dell'Eretteo, che avrebbe poi ispirato il suo lavoro futuro.


Colonna dell'Eretteo al British Museum
Tavola da The Antiquities of Athens and Other Monuments of Greece con la raffigurazione di elementi architettonici dell'Eretteo. 
 Lo stile Ionico dell'Eretteo si caratterizza per un collarino molto grande tra l'astragalo e l'echino con i caratteristici ovuli, decorato con un motivo vegetale che alterna palmette e caprifoglio. Le volute sono tipicamente di grandi dimensioni e molto complesse, solitamente vengono considerate le più eleganti e raffinate tra tutte le varianti dello stile ionico, con effetti di morbidezza che sembrano quasi ricercare la soffice sensazione di un tessuto.

Negli anni immediatamente precedenti alla realizzazione del Teatro degli Animosi, questo stile era stato utilizzato in edifici nuovi e molto prestigiosi quali il Ministero del Tesoro di Washington DC (1830) la Konzerthaus (1821) e l'Altes Museum (aperto nel 1830) di Berlino, queste ultime acclamate opere di Karl Friedrich Schinkel. Iniziato nel 1836, il cantiere del teatro carrarese rifletteva quindi istanze attualissime nel quadro dell'architettura europea, e non solo, del tempo.

Vi sono tuttavia alcune differenze tra l'originale greco e la versione del Pardini, alcune di poco conto altre più evidenti: evito di entrare troppo nei dettagli delle prime (ad esempio l'abaco liscio, senza ovuli) ma non si può sorvolare sul fatto che a uno stile così archeologizzante si sia unita una colonna liscia, senza scanalature, assolutamente insolita per l'ordine ionico. Questa scelta, oltre a dimostrare una certa libertà nell'interpretare il linguaggio classico dell'architettura, sembra risolversi in una elegante pulizia del disegno che alleggerisce l'insieme della facciata. Naturalmente questo argomento meriterebbe una riflessione più approfondita e un confronto che spero possa nascere anche da queste pagine.

Andrea Fusani 
L'Eretteo sull'Acropoli di Atene



martedì 10 gennaio 2017

NON ESCLUDO IL RITORNO

"From the ashes a fire shall be woken,
A light from the shadows shall spring"


Martedì 9 gennaio 2017


Oltre ogni immaginabile ritardo...ma oggi non importa, prevale la gioia di vedere dopo anni e anni la magnifica architettura del Teatro Animosi libera dal degradato e degradante cantiere.


Il contrasto tra la monumentalità marmorea della facciata, e la calda cromia della fiancata, recuperata nel restauro


Eleganza e rigore nel prospetto dell'ingresso al Ridotto


HOPE: la speranza.

Si mormora di un taglio del nastro per sabato 14 gennaio, restiamo in attesa, sia quando sia, ma ridateci il teatro.

mercoledì 4 gennaio 2017

Bufale stagionate

La mozzarella di bufala va consumata freschissima, possibilmente ancora calda, le bufale sul web invece sembrano non avere scadenza. Dopo il mio "outing" su questo blog La Bufala degli Animosi cinque anni dopo: la vera storia il post originale sulla pagina Fuoriporta è stato nuovamente condiviso quasi duecento volte, portando il numero complessivo di condivisioni a oltre 3200! L'articolo sul blog ha avuto più di mille visualizzazioni, e la stampa locale è tornata sull'argomento, cinque anni dopo:

L'articolo apparso su Il Tirreno del 4 gennaio 2017 - Cronaca di Carrara

Curiosamente l'articolo è finito impaginato assieme a un riquadro dedicato alla riapertura del Teatro e allo spettacolo di Arturo Brachetti...la vera bufala ce la serviranno venerdì 13 quando dovrebbe esservi l'inaugurazione con l'Orchestra del Carlo Felice di Genova? Restiamo fiduciosi in attesa....

martedì 3 gennaio 2017

In arrivo un grande evento (o una grande figura di ....)?


Non credo ai miei occhi: Carrara 13 gennaio 2017 Concerto lirico in occasione della riapertura del TEATRO degli ANIMOSI ? Questo si legge su un manifesto appeso per le strade della città, il grande evento è quindi alle porte?


Si parlava di un concerto con l'Orchestra del Teatro Carlo Felice per l'apertura del Teatro già da mesi, ma all'alba del 4 gennaio ci sembra quasi fantascientifico che gli Animosi siano pronti in nove giorni...più che al grande evento, ci prepariamo alla grande figura di...

Questo è lo stato attuale, fotografato nella sera del 3 gennaio, del cantiere del Teatro; ancora presenti le transenne in pessime condizioni che dovevano essere tolte a inizio dicembre, ancora un enorme deposito la Piazza Garibaldi, il loggiato al primo piano ancora occupato dai mobili tolti dal ridotto....voci che arrivano da chi lavora nel cantiere sollevano dubbi anche sulla possibilità di ospitare agli Animosi lo spettacolo di Brachetti il 25 gennaio...e adesso in nove giorni arriva il miracolo?




Parlando con alcuni tecnici coinvolti nel restauro del Teatro, mesi orsono, mi spiegavano come, dopo la consegna dei lavori, sarebbero state necessarie settimane, se non mesi, perché si effettuassero tutti i collaudi, si installassero tutti gli arredi, si ripulisse il tutto e lo si presentasse bello infiocchettato alla città. Adesso in nove giorni (sei al netto dei festivi!) avremo una prestigiosa orchestra sul palco degli Animosi..suoneranno tra i ponteggi?

E poi, sdrammatizziamo, ma per inaugurare un Teatro chiuso da sette anni scegliamo proprio venerdì 13 gennaio del '17 ? Un po di buon gusto suvvia signori!

Dal sito del Comune di Carrara nessuna nuova, si parla solo dello spettacolo di Arturo Brachetti del 25 gennaio, e anche per credere alla riapertura per questa data ci vuole una bella dose di ottimismo.

Intendiamoci, sarei ESTREMAMENTE felice se questo miracolo accadesse, sarebbe una gioia immensa e un'iniezione di fiducia per tutta Carrara, ma non un miracolo qualunque, ci vorrebbe un miracolo bello grosso...O'MIRACOLO!

domenica 1 gennaio 2017

La "Bufala degli Animosi" cinque anni dopo: la vera storia

Cinque anni fa perdevo la pazienza: dopo quasi due anni di chiusura il Teatro Animosi rimaneva abbandonato a se stesso nell'indifferenza generale, in attesa di un intervento di restauro del quale non si conosceva la portata, e senza che si fosse nemmeno fatta una gara per l'assegnazione dei lavori. Era il momento di fare qualcosa, di scuotere le acque, ed è così che nacque la famosa "Bufala degli Animosi", una provocazione che, partita come uno scherzo, arrivava diritta al Senato della Repubblica e al Ministro dei Beni Culturali.

Al tempo decisi di rimanere anonimo, pensando che il coincidere degli interessi del Teatro con i miei interessi economici in quanto gestore del Fuoriporta, avrebbe levato valore all'iniziativa.
Oggi, con gli Animosi che stanno per raggiungere il poco felice traguardo dei sette anni di chiusura, è il momento di raccontarvi tutto.



A dire il vero il bersaglio non era tanto l'amministrazione, a cui certo era da imputare un colpevole ritardo, ma la cittadinanza, che faceva passare il tutto nell'indifferenza; mi chiedevo se veramente ai carraresi importasse di avere un Teatro, e decisi di provocarli - e se si decidesse di non riaprire gli Animosi ma trasformarne gli spazi in un Centro Commerciale? Non sareste forse più contenti?

Ecco quindi creata ad hoc una finta pagina di Repubblica.it con tanto di fotomontaggio, realizzato volutamente in maniera grossolana, in cui il sindaco Zubani (sic) annunciava la buona novella alla città. Gli indizi per capire che si trattava di una bufala non erano pochi, e per togliere ulteriori dubbi chiudevo l'articolo dichiarando ormai prossima la demolizione del Politeama Verdi. Anche lo pseudonimo era un indizio evidente: l'articolo era firmato da Gastone Creosoto, dall'unione del nome del famoso Mr.Creosoto dei Monty Pithon, e del cameriere che lo serve fino a farlo esplodere nel film E ora qualcosa di completamente diverso. Sottovalutavo però i meccanismi della diffusione delle notizie online, e non consideravo come in effetti il 90% di chi legge una news si fermi al titolo (massimo al sottotitolo) e alle immagini allegate; la bomba era pronta per esplodere.
Il falso rendering, volutamente grottesco
Dopo un paio di giorni in cui la notizia rimane nel circolo degli amici e dei contatti più stretti, il caso inizia a gonfiarsi; nell'arco di una mattina il mio telefono diventa rovente, il Sindaco minaccia di sporgere denuncia e un partito dell'opposizione se ne esce con un comunicato stampa che stigmatizza le intenzioni di "Zubani". La mattina dopo la "bufala" conquista le locandine dei quotidiani...




Inizio ad essere preoccupato, ho raggiunto il mio scopo fin troppo bene, non vorrei rimediare davvero una denuncia, mi informo con il mio legale di fiducia; essendo rimasto anonimo non posso essere querelato direttamente, gli interessati dovrebbero sporgere denuncia contro Repubblica e poi i responsabili del quotidiano online rifarsi con me. Grazie all'aiuto di Francesco Meucci, che al tempo dirigeva la redazione di Carrara de La Nazione, vengo messo in contatto con un giornalista di Repubblica che molto divertito mi rassicura: il quotidiano non mi perseguirà in nessun caso, e nel caso qualche politico ritenesse di denunciare loro...beh il caso sarebbe diventato nazionale!

Nel frattempo c'è chi iniziava a organizzare le forze per occupare il teatro, sulla scia di quanto avveniva al tempo al Teatro Rossi di Pisa o al Valle di Roma, e il rischio di una azione concreta era molto alto.

Ma il meglio doveva ancora venire...stava per accadere l'impensabile!
Era un venerdì mattina e stavo tranquillamente facendo la spesa al Conad sotto casa quando mi chiama Meucci e mi dice di sedermi perché la notizia è pesante. Io penso già alla denuncia del Sindaco e invece non trattengo le risate quando apprendo che tre illustri e serissimi senatori del Pd, Francesco Ferrante, Manuela Granaioli e Roberto Della Seta, si sono "bevuti la bufala del centro commerciale agli Animosi" e hanno presentato una interrogazione parlamentare all'allora ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi, del recentissimo governo Monti.


Ormai siamo alla farsa, una risata ha veramente sepolto tutti, nessuno può permettersi ulteriori passi senza coprirsi ancora di più di ridicolo, il Sindaco di Carrara tira un sospiro di sollievo e ridacchia per chi la figuraccia l'ha fatta direttamente a Roma, e intanto in città non si parla d'altro che di un Teatro chiuso e abbandonato; il giorno dopo la "bufala" riempie ancora le pagine dei quotidiani, e arriva anche in cronaca nazionale su "La Nazione".

Io nel frattempo incasso i complimenti del direttore dell'edizione online di Repubblica Giuseppe Smorto, che tramite il solito Meucci mi dimostra un divertito apprezzamento per la provocazione riuscitissima.

Purché se ne parli diceva qualcuno, e dopo tante chiacchere in effetti, nei mesi successivi arrivò il tanto agognato via dei lavori, dopo due anni buttati al vento.


A chiosa della vicenda arrivò il bell'editoriale di Francesco Meucci, che decise di dedicare il suo intervento della domenica alla "bufala" - Ridendo e scherzando Gastone Creosoto ha detto molte verità [...] l'autore della burla - alla quale potevano credere solo senatori del PD - ha saputo far ridere su cose tristissime e mettere alla berlina il disastro culturale di Carrara. Perché è di questo che si parla. Di una città senza più un cinema, con due teatri chiusi e un solo palcoscenico "multiuso" (Il Garibaldi) i cui limiti sono evidentissimi. Potrebbe finire qui, ma in realtà ci sono anche l'ex San Francesco vuoto e lasciato a se stesso, la Padula in perenne sistemazione e un museo del marmo finito ai margini di politiche culturali inesistenti. Aggiungiamo la fine ingloriosa di Biennale e Simposio e abbiamo completo il quadro". Meucci chiudeva il suo intervento auspicando un cambio di rotta con la nuova giunta che si sarebbe insediata nei mesi successivi (2012), l'attualità delle sue parole non lascia dubbi su come questo cambiamento sia mancato.

Negli anni il post lasciato sulla pagina Fuoriporta rimane visibile e puntualmente ricondiviso, non sempre con intenti sarcastici: ad oggi l'articolo bufala ha raccolto centinaia di commenti ed è stato condiviso oltre tremila (!) volte, tra chi ha riconosciuto gli intenti "Con tutte queste bufale in circolazione, se l'Italia si mettesse a far mozzarelle risolleverebbe il pil in un batter d'occhio" ai classici "Vergognatevi!!!!!!!!" "Ma è uno schifo !!!" ma non mancano gli indignati più folcloristici: "Vergogna!!! Magari meglio un campo di Rom vero pagliacci?......"  - o chi tira in ballo l'Isis: "Beh tra questo e la barbarie dell'Isis per me c'é poca differenza!!", e questi che vi ho postato sono tutti commenti del 2015, a testimoniare della vitalità della mia piccola "bufala" in salsa apuana.

Dopo sette anni di disastro culturale adesso riavremo il nostro Teatro, mancano poche settimane (speriamo...), e solo in conseguenza di questo riabbiamo un cinema in città, ma grazie all'iniziativa di un privato.

Cari amministratori, ridateci gli Animosi, ma non aspettatevi un grazie.

Andrea Fusani