domenica 1 gennaio 2017

La "Bufala degli Animosi" cinque anni dopo: la vera storia

Cinque anni fa perdevo la pazienza: dopo quasi due anni di chiusura il Teatro Animosi rimaneva abbandonato a se stesso nell'indifferenza generale, in attesa di un intervento di restauro del quale non si conosceva la portata, e senza che si fosse nemmeno fatta una gara per l'assegnazione dei lavori. Era il momento di fare qualcosa, di scuotere le acque, ed è così che nacque la famosa "Bufala degli Animosi", una provocazione che, partita come uno scherzo, arrivava diritta al Senato della Repubblica e al Ministro dei Beni Culturali.

Al tempo decisi di rimanere anonimo, pensando che il coincidere degli interessi del Teatro con i miei interessi economici in quanto gestore del Fuoriporta, avrebbe levato valore all'iniziativa.
Oggi, con gli Animosi che stanno per raggiungere il poco felice traguardo dei sette anni di chiusura, è il momento di raccontarvi tutto.



A dire il vero il bersaglio non era tanto l'amministrazione, a cui certo era da imputare un colpevole ritardo, ma la cittadinanza, che faceva passare il tutto nell'indifferenza; mi chiedevo se veramente ai carraresi importasse di avere un Teatro, e decisi di provocarli - e se si decidesse di non riaprire gli Animosi ma trasformarne gli spazi in un Centro Commerciale? Non sareste forse più contenti?

Ecco quindi creata ad hoc una finta pagina di Repubblica.it con tanto di fotomontaggio, realizzato volutamente in maniera grossolana, in cui il sindaco Zubani (sic) annunciava la buona novella alla città. Gli indizi per capire che si trattava di una bufala non erano pochi, e per togliere ulteriori dubbi chiudevo l'articolo dichiarando ormai prossima la demolizione del Politeama Verdi. Anche lo pseudonimo era un indizio evidente: l'articolo era firmato da Gastone Creosoto, dall'unione del nome del famoso Mr.Creosoto dei Monty Pithon, e del cameriere che lo serve fino a farlo esplodere nel film E ora qualcosa di completamente diverso. Sottovalutavo però i meccanismi della diffusione delle notizie online, e non consideravo come in effetti il 90% di chi legge una news si fermi al titolo (massimo al sottotitolo) e alle immagini allegate; la bomba era pronta per esplodere.
Il falso rendering, volutamente grottesco
Dopo un paio di giorni in cui la notizia rimane nel circolo degli amici e dei contatti più stretti, il caso inizia a gonfiarsi; nell'arco di una mattina il mio telefono diventa rovente, il Sindaco minaccia di sporgere denuncia e un partito dell'opposizione se ne esce con un comunicato stampa che stigmatizza le intenzioni di "Zubani". La mattina dopo la "bufala" conquista le locandine dei quotidiani...




Inizio ad essere preoccupato, ho raggiunto il mio scopo fin troppo bene, non vorrei rimediare davvero una denuncia, mi informo con il mio legale di fiducia; essendo rimasto anonimo non posso essere querelato direttamente, gli interessati dovrebbero sporgere denuncia contro Repubblica e poi i responsabili del quotidiano online rifarsi con me. Grazie all'aiuto di Francesco Meucci, che al tempo dirigeva la redazione di Carrara de La Nazione, vengo messo in contatto con un giornalista di Repubblica che molto divertito mi rassicura: il quotidiano non mi perseguirà in nessun caso, e nel caso qualche politico ritenesse di denunciare loro...beh il caso sarebbe diventato nazionale!

Nel frattempo c'è chi iniziava a organizzare le forze per occupare il teatro, sulla scia di quanto avveniva al tempo al Teatro Rossi di Pisa o al Valle di Roma, e il rischio di una azione concreta era molto alto.

Ma il meglio doveva ancora venire...stava per accadere l'impensabile!
Era un venerdì mattina e stavo tranquillamente facendo la spesa al Conad sotto casa quando mi chiama Meucci e mi dice di sedermi perché la notizia è pesante. Io penso già alla denuncia del Sindaco e invece non trattengo le risate quando apprendo che tre illustri e serissimi senatori del Pd, Francesco Ferrante, Manuela Granaioli e Roberto Della Seta, si sono "bevuti la bufala del centro commerciale agli Animosi" e hanno presentato una interrogazione parlamentare all'allora ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi, del recentissimo governo Monti.


Ormai siamo alla farsa, una risata ha veramente sepolto tutti, nessuno può permettersi ulteriori passi senza coprirsi ancora di più di ridicolo, il Sindaco di Carrara tira un sospiro di sollievo e ridacchia per chi la figuraccia l'ha fatta direttamente a Roma, e intanto in città non si parla d'altro che di un Teatro chiuso e abbandonato; il giorno dopo la "bufala" riempie ancora le pagine dei quotidiani, e arriva anche in cronaca nazionale su "La Nazione".

Io nel frattempo incasso i complimenti del direttore dell'edizione online di Repubblica Giuseppe Smorto, che tramite il solito Meucci mi dimostra un divertito apprezzamento per la provocazione riuscitissima.

Purché se ne parli diceva qualcuno, e dopo tante chiacchere in effetti, nei mesi successivi arrivò il tanto agognato via dei lavori, dopo due anni buttati al vento.


A chiosa della vicenda arrivò il bell'editoriale di Francesco Meucci, che decise di dedicare il suo intervento della domenica alla "bufala" - Ridendo e scherzando Gastone Creosoto ha detto molte verità [...] l'autore della burla - alla quale potevano credere solo senatori del PD - ha saputo far ridere su cose tristissime e mettere alla berlina il disastro culturale di Carrara. Perché è di questo che si parla. Di una città senza più un cinema, con due teatri chiusi e un solo palcoscenico "multiuso" (Il Garibaldi) i cui limiti sono evidentissimi. Potrebbe finire qui, ma in realtà ci sono anche l'ex San Francesco vuoto e lasciato a se stesso, la Padula in perenne sistemazione e un museo del marmo finito ai margini di politiche culturali inesistenti. Aggiungiamo la fine ingloriosa di Biennale e Simposio e abbiamo completo il quadro". Meucci chiudeva il suo intervento auspicando un cambio di rotta con la nuova giunta che si sarebbe insediata nei mesi successivi (2012), l'attualità delle sue parole non lascia dubbi su come questo cambiamento sia mancato.

Negli anni il post lasciato sulla pagina Fuoriporta rimane visibile e puntualmente ricondiviso, non sempre con intenti sarcastici: ad oggi l'articolo bufala ha raccolto centinaia di commenti ed è stato condiviso oltre tremila (!) volte, tra chi ha riconosciuto gli intenti "Con tutte queste bufale in circolazione, se l'Italia si mettesse a far mozzarelle risolleverebbe il pil in un batter d'occhio" ai classici "Vergognatevi!!!!!!!!" "Ma è uno schifo !!!" ma non mancano gli indignati più folcloristici: "Vergogna!!! Magari meglio un campo di Rom vero pagliacci?......"  - o chi tira in ballo l'Isis: "Beh tra questo e la barbarie dell'Isis per me c'é poca differenza!!", e questi che vi ho postato sono tutti commenti del 2015, a testimoniare della vitalità della mia piccola "bufala" in salsa apuana.

Dopo sette anni di disastro culturale adesso riavremo il nostro Teatro, mancano poche settimane (speriamo...), e solo in conseguenza di questo riabbiamo un cinema in città, ma grazie all'iniziativa di un privato.

Cari amministratori, ridateci gli Animosi, ma non aspettatevi un grazie.

Andrea Fusani



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